Come si può dire per molte attività umane, coltivare la terra e la vite nello specifico è una occupazione legata alla stagionalità e agli eventi meteorologici; è una attività che si svolge a cielo aperto e quindi dopo qualche anno di pratica, abbiamo capito che i tempi non li decidiamo noi ma in primis il meteo, che si tratti del periodo della potatura o del germogliamento o della fioritura… praticamente decide sempre lui!
In che modo…?
Alcune lavorazioni meccaniche vengono eseguite quando il terreno lo consente, perciò non può essere né troppo asciutto né troppo bagnato, per esempio terreni molto argillosi una volta bagnati non si possono lavorare per mesi, finché non tornano in tempera, ma attenzione…. se dopo la pioggia arriva un gran caldo come succede ormai di frequente diventano duri come la roccia e…. bisogna aspettare ancora e salutare qualsivoglia programmazione.
La nostra amata vite è una pianta sensibile a varie fitopatologie, legate a caratteristiche del territorio e alle condizioni metereologiche. Questi “funghi”, perché di questo si parla, si sviluppano in vari momenti dell’annata in funzione dell’andamento climatico e dello sviluppo vegetativo della pianta. Purtroppo né il meteo né la vite e men che meno i “nostri funghi” controllano nel calendario quali siano i giorni festivi o feriali e di conseguenza, soprattutto nella coltivazione Biologica gli interventi per contrastarli vanno posizionati senza guardare a sabati, domeniche, ricorrenze o festività varie ma vanno effettuati quando serve. Un amico da anni produttore Bio insieme al fratello, ci aveva avvisato: “coltivare in Bio da noi è come avere una stalla”; infatti notoriamente le mucche mangiano, devono essere pulite e munte e a volte partoriscono in qualsiasi giorno dell’anno…e non lo fanno da sole! Così nella vigna Bio da aprile ad agosto tu devi essere presente sempre… ma in particolar modo se il meteo non collabora.
Per fortuna un grande aiuto arriva dalle nuove tecnologie: dalle previsioni meteo, che provano a diventare sempre più affidabili, alle stazioni di cui ci serviamo che, attraverso vari sensori, forniscono tanti dati in tempo reale riguardo a umidità, temperatura, bagnatura fogliare, umidità del suolo, accrescimento della vegetazione. Questi dati, elaborati da software che prevedono le fasi di sviluppo dei “funghi” di cui parlavamo prima e associati ad una buona conoscenza del proprio territorio e delle proprie piante, consentono trattamenti puntuali e molte volte ti permettono di allungare i tempi tra i trattamenti (riduzione dell’impatto ambientale).
In ogni caso lo stretto contatto con le viti e l’assidua presenza in campo rimane fondamentale: solo passando tempo in vigna si riescono a cogliere i momenti precisi in cui fare le lavorazioni e pianificare i trattamenti fitosanitari o il rilascio degli insetti utili che utilizziamo per il controllo di altri insetti dannosi per le piante e per l’uva.